Marcello Bombardi

my climbing life

“Inverno” spagnolo

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Quando alla fine di novembre dell’anno scorso mi ritrovai ad avere appena concluso l’ultima gara della stagione 2012 sapevo che era finalmente giunto il momento di qualche sana scalata in falesia. Tuttavia le condizioni climatiche di quest’inverno non aiutarono di certo a saziare il mio bisogno e arrivarono così le vacanze di natale dopo solo qualche puntata in falesia, dove però il freddo e il gelo non ti lasciavano neanche il tempo di farti passare la bollita alle dita che già erano lì ad aspettarti all’inizio della via dopo. Ormai da tempo avevo deciso che per le vacanze sarei migrato verso le zone calde della Spagna, in Catalunya, luogo di ritrovo in quel periodo per molti climbers, soprattutto italiani. L’attesa alla partenza sembrava interminabile ma finalmente, dopo pranzi e abbuffate natalizie, il 28 dicembre arrivò il giorno tanto aspettato.

Una delle prime vie della vacanza

La falesia di Montsant – L’enderrocada

   Che partivamo da Torino eravamo in tre, io, Lorenzo e Edoardo, e dopo un viaggio lunghissimo arrivammo finalmente all’ormai strapopolata di arrampicatori Cornudella de Montsant, mancavamo solo noi! L’atmosfera a Cornudella è fantastica: da paesino normalissimo e quasi disabitato si trasforma e prende vita grazie alla comunità di scalatori che la occupa nel periodo invernale. La caffetteria al mattino e il bar alla sera, quando non rischiavamo di collassare per la stanchezza, diventarono subito una tappa quotidiana pre e post falesia. Appena arrivati, dopo esserci riuniti con la ciurma pinerolese e una cena veloce, eravamo già con la testa china sulla guida per decidere dove scalare il giorno seguente: la scelta fu Montsant! Settore L’enderrocada, dove oltre al mare di buchi che riempivano una parete di conglomerato giallo impressionante (ma ci abituammo subito a rimanere impressionati dalle pareti!) si liberavano anche un paio di canne troppo belle per non essere scalate. Ma il primo giorno, vuoi per il caldo o per l’adattamento allo stile di roccia, ci furono solo bastoni ad aspettarci.

Tentativo su un 8b di Les Espadelles

Il secondo giorno fu la volta di Margalef e del settore di Raco de les Espadelles. Anche qua la bellezza delle pareti ci lasciarono a bocca aperta (da adesso smetto di scriverlo tutte le volte se no divento noioso:), una striscia di roccia lunga più di un chilometro! E noi ci scaldammo nel settore più lontano ovviamente! Dopo un 7c a vista mi sentivo bene come sensazioni e decisi allora di provare un 8a+ on sight che aveva appena salito anche Stefano. Supero un primo boulder di buchi, stringo i denti per bloccare basso un monodito e controllando tutti i movimenti arrivo a un buon riposo, da lì rimasero solo altri 15 metri di resistenza su buchi buoni ma facili da leggere ( e se lo dico io…) e infine la catena. Il mio primo 8a+ a vista!! Poco dopo decido di provare un 8b+ e un 8b, entrambi con il boulder di entrata per superare la pancia iniziale, ma si rilevarono più duri del previsto e non feci molta strada. L’ora di lasciare la falesia arrivò in fretta.

Il terzo giorno, già provati dai due precedenti, decidemmo di andare nella parte centrale di Siuranella dove dita e pelle ci ringraziarono molto per essere tornati su qualche sana tacca dopo tutti quei buchi. Anche qui provai solamente qualche tiro a vista ma ebbi meno fortuna ( e bravura). Durante questa vacanza, cambiando ogni volta posto, non ho avuto l’occasione di lavorarmi qualche tiro un po’ più duro e mi sono quindi dato alla scalata a vista; poco male visto che devo ancora imparare tanto su questo stile di scalata.  Quel giorno di maggiore rilevanza fu il cenone della sera per festeggiare l’ultimo dell’anno e la festa seguente che ci costrinse ovviamente a un giorno di riposo.

Il 2 Gennaio eravamo di nuovo così carichi di tornare a scalare che arrivammo in falesia prima delle 10.30, stavolta era il turno di Can Piqui Pugui, un settore di Siurana poco strapiombante. Dopo un riscaldamento all’insegna della bollita alle mani (sì, perché si passava dal freddo insopportabile della mattina al caldo quasi estivo del pomeriggio) l’unica realizzazione della giornata fu salire “Un rato en cada postura” a vista, un bellissimo 8a tecnico con tacche e piedi sfuggenti, che non è stato proprio una passeggiata.

Il giorno seguente giunse finalmente il momento; da molto tempo ne sentivo parlare e vedevo video delle sue vie così corte e boulderose Anche a pasqua, quando ero stato in catalunya per la prima volta, non avevo avuto l’occasione di andarci ma questa era la volta buona: il terzo giorno del nuovo anno andammo al laboratorio! Un settore di Margalef con l’avvicinamento che varia dai 2 ai 4 metri in base a come parcheggi e dove con una corda da 30 metri puoi fare quasi tutti i tiri. Rimasi subito impressionato da una linea in particolare: “Photoshot”, un 8b che già Leonardo Gontero stava provando. Dopo avergli fatto sicura e visto i movimenti decisi di fare un tentativo flash: un paio di sbracciate in forte strapiombo in partenza, un buon riposo, un altro boulderino, ribaltata e catena! Vengaaaa!!!!

Photoshot 8b – El laboratori

Il settimo giorno in terra spagnola lo dedicammo inevitabilmente a visitare Barcellona. Bella città, niente da dire, ma senza neanche una roccia da scalare e sicuramente niente in confronto al paretone di Raco de Missa di Montsant sotto cui ci ritrovammo il giorno dopo. Stavolta la corda da 30 metri del laboratorio non era più sufficiente, per molte vie ne sarebbero servite tre! Concentro subito la mia attenzione su un 8a+ di “soli” 25 metri ma cado stupidamente per due volte a centrare un rovescio a circa metà via. Lascio quindi il posto a Ste che, arrivato a vista in catena, prosegue sulla seconda lunghezza gradata 8b+ e arriva in cima con facilità, complimenti! Io riparto subito dopo, riesco finalmente ad afferrare bene il rovescio e scalo tranquillamente il resto del tiro fino alla prima catena. Decido solo allora anche io di provare la seconda parte e dopo altri 20 metri di via e almeno 20 minuti di scalata moschettono la catena! Un viaggio infinito quanto bello! L’unico problema fu la lunghezza della corda: i “soli” 80 metri non bastavano quindi mi toccò scendere un bel pezzo smoschettonando e disarrampicando prima di potermi fare calare…

Falconeti 8b+ Montsant

E lì mi stavo chiedendo: “ma quando finisce?!?”


 

L’ultimo giorno tornammo coraggiosamente al laboratorio ma il caldo, la pelle e la stanchezza ci sopraffecero e finii la vacanza con qualche 7c/+ a vista. La mattina seguente fu abbastanza malinconico lasciare la terra rossa spagnola ma una cosa era certa: ci sarei tornato, molto presto, e ancora più forte! 😉

Buone scalate!!




Alcune foto della vacanza:

3 thoughts on ““Inverno” spagnolo

  1. “Inverno spagnolo Marcello Bombardi” ended up being a relatively good post, .
    I hope you keep publishing and I will keep on viewing!
    Thank you ,Franklin

  2. wow marci, che entusiasmo! mi fai venir voglia di corda, io voto il laboratorio. Se ci fai da baby sitter partiamo subito a febbraio 🙂 oh piuttosto dì qualche parolaccia ogni tanto, mica sei a fare un tema 😛

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